Breve scritto su Arte democratica e Microturismo
In questo breve scritto vorrei portare alla vostra attenzione due concetti nuovi eppure antichissimi. Il primo è l'arte democratica intesa come diffusione di massa da un lato e dall'altro come arte libera e liberamente accessibile. Il secondo è il microturismo, ossia il turismo verso destinazioni alternative al gusto comune.
L'arte democratica è basata sulla diffusione dell'arte tra la gente comune, senza distinzione di classe, di censo o di cultura. Il sostantivo greco δῆμος, da cui il termine italiano democrazia deriva, indica l'idea di persone, ossia popolo, popolazione nel senso di moltitudine, in opposizione ad ὀλίγοι, i pochi privilegiati, gli oligarchi. Quindi l'arte è democratica se rivolta ai più, al δῆμος appunto. L'arte democratica è quella che ciascuno di noi può vedere in un fenomeno naturale o nell'ambiente che ci circonda, oltre che in una chiara manifestazione artistica intesa in senso tradizionale. Senza nulla togliere agli addetti ai lavori, vorrei sottolineare la centralità del ruolo dello spettatore, che, da semplice "guardone", talora instradato da guide non sempre imparziali, diventa parte attiva delle forme d'arte, decide cosa vedere e come vederlo. Si azzarda a parlarne. Insomma vive l'arte. L'idea di diffusione indiscriminata dell'arte ci conduce all'altro significato dell'arte democratica, ossia l'arte accessibile, l'arte aperta delle strade e delle piazze, ma anche l'arte libera ancorché chiusa nei cortili, nelle chiese e nei musei. A mio avviso, l'accessibilità e la diffusione sono compagni della necessità, o meglio del bisogno del bello, del bisogno che l'arte pervada le nostre vite, diventi parte pulsante delle nostre anime e smetta di essere relegata in luoghi chiusi e costosi. Il bello inteso come armonia può portare i nostri occhi al decoro, alla cura delle forme, all'attenzione per lo spazio, che possono diventare anche una qualità interiore e migliorare le nostre vite. Finalmente il modello anglosassone di arte fruibile senza obolo si sta diffondendo anche nel nostro Paese. Si pensi, ad esempio, alle notti bianche, alla prima domenica del mese, alla giornata mondiale del turismo, ai piccoli musei comunali di Roma ad accesso libero. Da qualche tempo il museo MAXXI di Roma ha deciso di rendere libero l'accesso alla sua collezione permanente (eccetto il sabato e la domenica), lasciando il prezzo del biglietto di ingresso intatto per le sole mostre temporanee. A me sembra il segno di un nuovo corso, che l'arte contemporanea ha colto per prima. Quanto dovremo aspettare affinché questa apertura diventi un fenomeno di massa, questo veramente e autenticamente democratico?
Ora parliamo di micro turismo. Il micro turismo vive in opposizione al macro turismo, inteso come turismo di massa, verso mete abituali e molto frequentate oppure mete elitarie e costose (ad esempio i resort). Per micro turismo intendo innanzitutto il turismo verso destinazioni considerate minori senza essere elitarie: città di provincia, quartieri periferici, musei secondari. Il micro turismo si riferisce al piacere della scoperta, al vantaggio del piccolo borgo, al viaggio on the road, all'uso della bicicletta, ai prodotti artigianali e le produzioni locali. L'aggettivo greco μικρός ci introduce al concetto inedito di qualità: piccolo, nel senso di lieve, debole, oscuro, prima che semplicemente di quantità: poco, piccolo di misura. Facciamo qualche esempio. Si fa micro turismo quando si va in campeggio? Se non si vive a stretto contatto con altre centinaia di persone, sì. Si fa micro turismo se si predilige il b&b al classico hotel? Se vi preparano una colazione homemade, probabilmente sì. E via dicendo.
Per finire, direi che arte democratica e micro turismo costituiscono una nuova tendenza dei nostri tempi e spesso procedono di concerto, soprattutto nelle realtà geografiche più piccole. Per questo ho detto all'inizio che si tratta di concetti nuovi. Ora è il momento di dire perché li considero anche antichissimi. Li considero antichi, anzi antichissimi perché rimandano a un'idea ancestrale di scoperta e liberazione del bello, di avvicinamento a quanto l'estro e la creatività dell'uomo possono produrre per migliorare la specie e per rendere più piacevole il soggiornare da queste parti. Vi pare poco?