Eternamente tuo eternamente tua. Il sarcofago degli sposi a Villa Giulia
Non occorre essere severi appassionati di arte etrusca per accostarsi al Sarcofago degli sposi con la trepidazione innocente dei romantici senza tempo. Certo, apprezzare i dettagli stilistici dell'opera aiuta ad entrare nello spirito del tempo, come se novelli Etruschi potessimo sinuosamente adagiarci a bere una coppa di vino mentre la morte si avvicina. Abbiamo visitato il museo in un pomeriggio d'inverno. Innanzitutto la posizione, all'inizio di viale Belle Arti, che già nel nome promette inimmaginabili opere che l'intelletto umano fa fatica a concepire. Poi la sede, una villa rinascimentale di raro decoro, ancorché di modeste dimensioni, soprattutto nel portico finemente affrescato e nel ninfeo, alimentato dall'Acquedotto Vergine, che accoglie il primo teatro d'acque di Roma. Il percorso è per veri cultori della materia. Arrivati alla sala 12, quella degli sposi, sarà difficile andare oltre, se non per salire le scale e ammirare il sarcofago dall'alto, una volta che gli occhi saranno sazi della visuale frontale o laterale. La nostra preferita, forse, è quella posteriore, quando il braccio dello sposo si allunga protettivo verso la sposa, in un ultimo, eterno gesto di imperituro amore.
Estratto dal sito del museo: "Capolavoro dell'arte etrusca in terracotta, famoso nel mondo, fu trovato nel 1881 in una tomba della Banditaccia, allora di proprietà dei Principi Ruspoli, dai quali Felice Barnabei, fondatore del Museo, lo acquistò rotto in più di 400 frammenti.
Formato da una cassa a forma di letto da convito (kline) e da un coperchio con la rappresentazione di una coppia coniugale semidistesa a banchetto, alla moda orientale, il sarcofago è in realtà un'urna cineraria destinata ad accogliere le ceneri di due defunti.
L'uomo con il busto nudo e il resto del corpo coperto dal mantello cinge con gesto amoroso le spalle della donna, abbigliata con cappello e calzature con la punta rialzata; entrambi nelle mani tenevano vasi o altri oggetti da mensa, non conservati.
Nella rappresentazione della coppia a banchetto, tema tanto frequente nei monumenti funerari, è colto un momento importante della vita aristocratica etrusca, che esaltava il rango e l'opulenza e rifletteva antichi ideali e forme rituali derivate dal mondo greco omerico.
L'opera, modellata in un unico momento, ma tagliata verticalmente in due metà per evitare danni durante la cottura, in origine doveva essere ravvivata da forti colori di cui resta traccia sulle gambe del letto conviviale, colori che in parte si conservano nel sarcofago gemello, anch'esso da Cerveteri, al Museo del Louvre di Parigi dal 1863.
L'attenzione dello scultore è concentrata sulle teste dalla nuca molto arrotondata, sui volti dall'ovale sfinato con gli occhi allungati, mentre la struttura dei corpi è nascosta da un panneggio dalle linee fluide, di grande raffinatezza anche nei dettagli.
Datato tra il 530 e il 520 a.C., il sarcofago mostra caratteri stilistici propri di quella corrente artistica cosiddetta ionica che, avviata da artigiani provenienti dalle città greche dell'Asia minore, domina in Etruria nella seconda metà del VI secolo."
Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia
Piazzale di Villa Giulia, 9 - 00196 Roma
Ingresso dal martedì alla domenica h. 8.30 - 19.30, biglietto intero € 8, ingresso gratuito la prima domenica del mese
Visite guidate a pagamento la prima domenica del mese. Visite autonome tramite la app APPASSEGGIO con 3 itinerari a scelta.
Estratto dal sito di APPasseggio: "Il progetto nasce dal desiderio di offrire al pubblico una nuova possibilità di fruizione autonoma del museo archeologico sfruttando le potenzialità delle tecnologie informatiche, ma anche di collegare i reperti esposti in esso con alcuni dei contesti e territori di provenienza.
Durante la "passeggiata archeologica" l'utente può, attraverso il proprio dispositivo, godere del patrimonio archeologico con l'ausilio di risorse digitali (audioguide, narrazioni di storie, immagini, testi, filmati) che lo aiutano ad approfondire vari aspetti del mondo etrusco e falisco.
Sono stati realizzati 10 itinerari, tre dedicati al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia ed in particolare uno studiato per i bambini, altri sette ad alcune aree particolarmente interessanti e suggestive del territorio dell'Etruria meridionale."