Vasto: il mare sarà il (pen)ultimo dei vostri pensieri...

Sarà vera la leggenda secondo cui la città sia stata fondata da Diomede, re dell'Etolia, approdato a Histon (oggi Vasto) dopo la guerra di Troia e dopo l'infelice scoperta del tradimento della moglie Egialea? La suggestione è tale che i vastesi ci credono... Situata sulla costa adriatica dell'Abruzzo meridionale, la città di Vasto è uno di quei luoghi che conferma il sorprendente valore artistico e culturale di ogni angolo d'Italia. Tanti sono i tesori che custodisce: il parco archeologico delle Terme romane, la Torre di Bassano, il Castello Caldoresco, la Cattedrale di San Giuseppe... Abbiamo scelto tra tutti la Chiesa di Santa Maria Maggiore (immagine di apertura): origini incerte e antichissime, struttura attuale in stile romanico spoglio del XIII secolo, ospita le spoglie, miracolosamente ben conservate e visibili nella teca di vetro, di San Cesario.
Testo di Angelo Misino.
 
SANTA MARIA
 
Estratto dal sito del Comune di Vasto: "Un piccolo paradiso nel cuore d’Italia. Affacciata sulle acque cristalline dell’Adriatico, protetta da una cintura di vette appenniniche, Vasto da sempre è considerata una delle città più affascinanti del centro Italia. Amata e apprezzata per la sua storia antichissima che ebbe origine dall’eroe omerico Diomede, ammirata per le sue bellezze naturalistiche è una città unica dove si mescolano tradizione e modernità. (...) La chiesa di Santa Maria Maggiore è un altro dei simboli di Vasto. In tutta la sua maestosità si erge nel cuore del centro storico che domina con la torre campanaria. Ha una pianta longitudinale a tre navate e quella che oggi si visita è la costruzione ottocentesca perché l’edificio, nel corso dei secoli, ha subito varie trasformazioni a seguito anche di due violenti incendi, il primo ad opera dei Turchi nel 1566 ed il secondo per cause fortuite, nel 1645. A questo rogo è legato un singolare aneddoto. La chiesa di Santa Maria oltre che per le pregevoli opere d’arte che conserva come i dipinti del Solimena e l’Ecce homo di scuola Tizianesca, custodisce anche una reliquia assai cara ai vastesi. Si tratta della Sacra Spina che si dice venga dalla corona che cinse il capo di Cristo in croce, recuperata da San Luigi e donata alla cattedrale di Notre Dame di Parigi. A donarla invece ai vastesi fu Ferrante Francesco II D’Avalos che la ricevette da Papa Pio IV durante il concilio di Trento a cui partecipò come delegato del re di Spagna Filippo II. La preziosa reliquia portata in processione il venerdì che precede quello di Passione, è conservata in un reliquiario a sbalzo d’argento dorato. Se non fosse stato per uno schiavo turco che la strappò alle fiamme durante il rovinoso incendio del 1645, oggi la collettività non ne conserverebbe che ricordo e devozione. Secondo la tradizione, per il suo gesto eroico l’uomo ricevette in cambio la libertà."